Il Territorio
Locorotondo, un borgo d’Italia armonioso e delicato
La città delle contrade
Lungo la Murgia dei trulli tra il due mari Adriatico e Ionio, nella Valle d’Itria, troviamo un cuscinetto verde circondato da diverse colline: parliamo di Locorotondo.
Una città conosciuta per i suoi vini e per il suo centro storico a forma circolare, da cui deriva il suo nome, che significa “luogo rotondo”. È stato infatti costruito su una pianta circolare con strade concentriche strette e con bianche case a schiera che girano intorno la Chiesa Madre.
La bellezza del centro storico di Locorotondo è rappresentato dal suo labirinto di bianchi vicoli, con case che terminano con degli insoliti tetti spioventi chiamate “Cummerse“, una caratteristica tipica del centro storico di Locorotondo.
Il centro storico fa parte di un club esclusivo, ‘I borghi più belli d’Italia‘ fondato nel 2001, che riunisce le città più belle d’Italia, ed è stato insignito, inoltre della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.
Il Patrono della Città è San Rocco
Che si celebra il 16 Agosto, un evento davvero unico sia per i cittadini locorotondesi, che per molti che arrivano da tutta Italia.
In questo periodo di festeggiamenti molto affascinante è riccca di storia la Diéne, le bande del paese attraversano l’intero centro storico intrecciando il folklore locale, suoni mediterranei e cantilene. All’origine il motivo musicale Diana veniva utilizzata come sveglia per i soldati, poi questa nenia venne tradotta da un anonimo musicista del luogo con un ritmo leggermente più sostenuto.
Dopo la Diene hanno il via i festeggiamenti di San Rocco, da non perdere la famosa Sagra pirotecnica, durante la quale si sfidano i fuochisti migliori del meridione d’Italia per aggiudicarsi il premio, nonché l’applauso fragoroso dei cittadini e dei turisti. Da non dimenticare le sue contrade se ne contano ben 146, ognuna con nomi particolarissimi come San Marco , Pozzomasiello , Macco Macco, Francischiello, Uacelle, Muso Rosso e molte altre ancora.
Locorotondo la città del vino bianco “DOC LOCOROTONDO”
Il vino a “Locorotondo” è uno dei più importanti prodotti delle tante cantine presenti sul territorio e della provincia di Bari nella regione Puglia. Il “Locorotondo DOC” è un vino bianco, fermo vinificato con uve Verdeca, Bianco di Alessano, Fiano. il vino bianco sembra essere la bevanda locale prediletta anche perchè in zona raggiunge livelli qualitativi di eccellenza; a tale proposito assai gratificante risulta essere il delizioso connubio fra l’ottimo vino bianco fresco con le profumate percoche locali; mondate e tagliate a piccoli tocchi si tengono immerse per qualche minuto nel suddetto vino quindi ambedue consumate, dando la precedenza al frutto. E’ un ottimo chiudipasto. Una rilevanza decisiva riveste l’ingrediente principe dei condimenti: l’olio extravergine d’oliva, tra i migliori di Puglia. Nella cucina locorotondese, l’olio svolge un ruolo di capitale importanza; molti sughi e le tipiche insalate non avrebbero ragione di esistere senza l’olio di oliva.
Alberobello
Nasce tra il ‘400 ed il ‘500 ad opera di alcuni contadini mandati sul luogo dai Conti di Conversano, all’epoca proprietari del territorio. La legge vigente, a quei tempi, nel Regno di Napoli, in particolare la Prammatica de Baronibus, sottoponeva ogni nuovo insediamento urbano ad un’autorizzazione regia, che si otteneva previo pagamento dei tributi dovuti. Per evitare il balzello, i Conti di Conversano imposero ai contadini, mandati a colonizzare quello che allora era un bosco di querce, di costruire solo costruzioni precarie, che non avessero i caratteri della stabilità delle dimore ordinarie. Di qui i trulli, costruiti in pietra a secco, per facilitarne la demolizione, in modo tale che in caso di ispezione regia non si scorgessero i tratti di un insediamento urbano, evidentemente abusivo. Questa storia di precarietà si è trasformata gradualmente in una storia di civiltà, la civiltà della pietra a secco.
Nel 1797 poi, un gruppo di coraggiosi Alberobellesi, stanco della precaria condizione, si recò a Taranto per chiedere ausilio al re Ferdinando IV di Borbone che inviò il Decreto con il quale questo piccolo villaggio divenne libero da ogni richiesta tributaria.